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L’intestino non è uguale per tutti: verso una nutrizione personalizzata

L’intestino non è uguale per tutti, per questo seguire una nutrizione personalizzata vuol dire, prima di tutto, imparare a conoscere il proprio corpo.
Vi siete mai chiesti perché non digeriamo tutti il cibo allo stesso modo? Perché qualcuno riesce a digerire i peperoni a mezzanotte e qualcun altro non può sentirne nemmeno l’odore? Perché alcune persone tollerano bene latticini, altre no?
Per rispondere a queste domande (e molte altre), la ricerca scientifica ha aperto nuovi, entusiasmanti, scenari, arrivando a scoprire che l’intestino umano è unico per ogni individuo ed è un organo intelligente, capace di influenzare il benessere di tutto l’organismo: dalla digestione alla risposta immunitaria, fino all’equilibrio ormonale e all’umore. Per questo ci si riferisce all’intestino come al nostro secondo cervello.
Tempi di transito, pH, composizione microbica e risposta alimentare variano da persona a persona. Questo non solo fa vacillare i principi alla base di una presunta “dieta universale”, ma spinge sempre più verso una nutrizione personalizzata.
Viaggio nel nostro intestino
In un recente studio condotto dall’Università di Copenhagen su 50 volontari – pubblicato su Nature Microbiology – è stata introdotta per la prima volta una capsula ingeribile in grado di monitorare, in tempo reale, parametri come pH, temperatura e pressione lungo tutto il tubo digerente: dallo stomaco al colon.
Anche solo il tempo di transito nell’intestino tenue è risultato estremamente variabile: da 2 ore fino a 10 ore. Una variabilità che influisce direttamente su quanto e come gli alimenti vengono digeriti e assorbiti, mostrando un panorama di esperienze metaboliche differenti.
Le informazioni raccolte dallo studio danese potrebbero avere implicazioni importanti per la nutrizione personalizzata. «Pensavamo che la digestione funzionasse in modo simile per tutti, ma ora sappiamo che non è così» dichiara Henrik Roager, professore associato e coordinatore dello studio. «Le differenze ambientali nel nostro intestino potrebbero spiegare perché ognuno di noi reagisce in modo diverso allo stesso cibo».
Microbiota: un’impronta digitale nascosta nell’intestino
Il microbiota è la comunità di batteri, virus, funghi e altri microrganismi che vive nel nostro intestino. Si stima che in un adulto sano ci siano circa 100 trilioni di microrganismi intestinali, appartenenti a oltre 1000 specie diverse.
Questi microrganismi sono nostri alleati fondamentali perché:
- ci aiutano a digerire ciò che da soli non riusciremmo a metabolizzare (come alcune fibre),
- producono vitamine (come la K e alcune del gruppo B),
- modulano il sistema immunitario
- regolano la permeabilità intestinale
- contribuiscono alla produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, nota come “ormone della felicità”.
Genetica, storia personale, ambienti, alimentazione, stile di vita e perfino modalità di nascita e allattamento condizionano la composizione del microbiota intestinale, rendendolo unico, come un’impronta digitale. Con l’adolescenza e l’età adulta, il microbiota si stabilizza, ma continua a variare in base a ciò che mangiamo, a quanto ci muoviamo, a come gestiamo lo stress. È un ecosistema vivo e dinamico, e come tale va nutrito, rispettato e protetto.
Ecco spiegato perché, per stare bene, è fondamentale imparare ad ascoltare il proprio corpo e adottare una nutrizione personalizzata e uno stile di vita in armonia con le proprie necessità.
Funzioni essenziali del microbiota
Il microbiota:
- aiuta a digerire fibre, polisaccaridi e proteine, sintetizza vitamine (K, B12) e amminoacidi;
- mantiene l’integrità della barriera intestinale e rafforza il sistema immunitario (70–80 % delle cellule immunitarie risiede nell’intestino);
- protegge da patogeni, produce acidi grassi a catena corta (come l’acido butirrico), che hanno un’azione antinfiammatoria e antitumorale;
- influenza l’umore e il sistema nervoso tramite l’asse intestino-cervello.
Disbiosi: quando l’equilibrio si rompe
Una flora batterica sana è caratterizzata da biodiversità, ovvero dalla presenza bilanciata di molte specie diverse. Quando questa varietà si riduce o si altera (per via ad es. di alimentazione scorretta, assunzione di farmaci, sedentarietà), si parla di disbiosi intestinale. (Qui ne abbiamo parlato più approfonditamente.)
Come prendersi cura del proprio intestino
Sebbene ogni persona sia diversa, e la nutrizione personalizzata sia auspicabile, esistono buone pratiche generali che aiutano la maggior parte degli intestini a funzionare meglio. Ecco alcuni consigli validi per tutti:
Abitudini alimentari
- Fibre prebiotiche (legumi, cereali integrali, frutta, verdura) alimentano i batteri buoni.
- Probiotici (yogurt, kefir, crauti, kimchi) e postbiotici (prodotti della fermentazione batterica) aiutano a ripristinare l’equilibrio.
- Limitare alimenti ultra-processati, zuccheri raffinati, grassi saturi e alcol, che possono impoverire la flora intestinale e aumentare l’infiammazione.
Stile di vita sano
- Attività fisica regolare non solo aiuta il transito intestinale, ma migliora la diversità della flora e la produzione di acidi grassi protettivi.
- Evitare antibiotici se non strettamente necessari, perché riducono la biodiversità batterica.
- Gestire lo stress, perché Lo stress cronico influisce negativamente sulla salute dell’intestino. Mindfulness, yoga o anche semplici passeggiate nella natura possono essere di grande aiuto.
- Bere almeno 2lt di acqua al giorno per favorire il transito intestinale.
Uliveto, grazie alla sua particolare composizione di preziosi minerali, quali bicarbonato, calcio, magnesio e solfati, stimola la produzione dei succhi digestivi, facilitando l’assimilazione dei cibi ed attenuando il senso di pesantezza. In più, combatte la stitichezza perché ricca di magnesio, che stimola la motilità e il transito intestinale.
Verso una nutrizione personalizzata
Partendo, dunque, dal presupposto che non esistono regole universali, la medicina punta sulla nutrizione personalizzata. Soluzioni come l’analisi della capsula ingeribile, integrate a dati sul microbioma e sul DNA, permetteranno in futuro piani nutrizionali calibrati sulle esigenze di ognuno, migliorando assorbimento, benessere e risposta metabolica.
Prendersi cura dell’intestino significa prendersi cura dell’intero organismo. Non esistono soluzioni uniche, ma buone pratiche da personalizzare in base alle proprie esigenze. In questo percorso, anche l’idratazione gioca un ruolo fondamentale.
Fonti: