Uno studio ci rivela come l’acqua migliora gli effetti di una dieta ricca di fibre in pazienti che soffrono di costipazione cronica

Lo stile di vita a cui siamo ormai abituati, con i suoi ritmi frenetici e un basso consumo di fibre, contribuisce all’insorgenza della stipsi (o costipazione). Spesso però a provocare questo disturbo – di cui solo in Italia soffrono circa 13 milioni di persone – possono essere svariate alterazioni organiche o funzionali dell’intestino.

Una dieta con molte fibre è attualmente la scelta terapeutica più diffusa per chi soffre di costipazione funzionale cronica. Per quanto la risposta individuale a tale trattamento può variare molto, è stato dimostrato che una maggior assunzione di fibre aumenta la defecazione in soggetti sani. 

Tuttavia in molti casi, questi effetti positivi col passare del tempo sembrano diminuire, suggerendo che in qualche modo il colon si adatta al maggior apporto di fibre.

È risaputo che la costipazione funzionale cronica dipende da numerosi fattori, inclusi stress, attività fisica, uso di farmaci e condizioni socio-economiche. Anche una bassa assunzione di acqua gioca un ruolo importante, per questo ai pazienti che soffrono di questo disturbo viene spesso consigliato di bere molta acqua.

Lo scopo dello studio “L’integrazione di acqua aumenta l’effetto della dieta ricca di fibre sulla frequenza della defecazione e sul consumo di lassativi in pazienti adulti con costipazione funzionale” (condotto da Marcello Anti et all.), era quello di determinare gli effetti di una dieta ricca di fibre e dell’integrazione di acqua in pazienti con costipazione funzionale cronica.

Per lo studio sono stati arruolati 117 pazienti con costipazione funzionale cronica fra i 18 ed i 50 anni e questi sono stati divisi, in maniera casuale, in due gruppi di trattamento.

Per due mesi entrambi i gruppi hanno consumato una dieta standard, che forniva approssimativamente 25g di fibre al giorno. Il Gruppo 1 era autorizzato a bere quantità di acqua a piacere; al Gruppo 2 era invece richiesto di bere 2 litri al giorno di acqua minerale Uliveto.

La compliance (l’adesione del paziente alle prescrizioni mediche) è stata monitorata durante lo studio e i risultati sono stati valutati in termini di frequenza del movimento intestinale e uso di lassativi.

Per la metodologia e l’analisi dei risultati rinviamo alla lettura dello studio completo.

In sintesi possiamo qui dire che i risultati hanno mostrato che le fibre assunte erano simili nei due gruppi, mentre l’assunzione giornaliera di liquidi nel Gruppo 2 (coloro che hanno bevuto ogni giorno 2.1 litri di acqua minerale) era significativamente maggiore rispetto a quanto fatto dal Gruppo 1 (1.1 litri di acqua minerale).

Entrambi i gruppi di studio hanno mostrato un significativo aumento delle funzioni intestinali e una diminuzione nell’uso di lassativi nel corso dei due mesi di terapia, ma entrambi i cambiamenti sono stati valutati maggiori nel Gruppo 2 che ha assunto acqua Uliveto oltre ad una dieta ricca di fibre. Il che, in conclusione, ci dimostra che assumere 25g di fibre al giorno può aumentare la defecazione nei pazienti con costipazione funzionale cronica, e questo effetto può essere ampiamente potenziato con l’assunzione di 1,5 – 2.0 litri al giorno di acqua minerale contenente 30.5 mg/l di magnesio e 206.1 mg/l di calcio, come acqua Uliveto.

(*Studio “L’integrazione di acqua aumenta l’effetto della dieta ricca di fibre sulla frequenza della defecazione e sul consumo di lassativi in pazienti adulti con costipazione funzionale” è statocondotto da  il Dipartimento di Medicina Interna ed il Dipartimento nutrizionale dell’Università Cattolica – Policlinico Gemelli di Roma; il Centro Medico Privato Polla di Salerno; il Policlinico; il Dipartimento di Chirurgia dell’Università La Sapienza di Roma – Policlinico Umberto I; Dipartimento di Medicina interna dell’Università G. D’Annunzio di Chieti e la Divisione di Gastroenterologia del Policlinico S. Orsola di Bologna).

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L’idratazione protegge dai disturbi gastrointestinali.

Uno studio approfondisce il modo in cui le acque influenzano l’attività gastrointestinale in atleti sani e in quelli dispeptici.

È noto che la quantità di acqua presente nell’organismo influenza l’attività gastrointestinale. Esiste cioè uno stretto nesso tra la disidratazione e le alterazioni del sistema nervoso autonomo, che regola le funzioni dell’organismo.

Per indagare questa relazione lo studio intitolato “Una lieve disidratazione negli atleti dispeptici è in grado di aumentare i sintomi gastrointestinali: effetti protettivi di un’idratazione adeguata(condotto dall’Università Federico II di Napoli, Francesco Paolo Zito et all.) si è posto l’obiettivo di valutare come la disidratazione e la successiva reidratazione, con diversi tipi di acqua, siano in grado di influenzare l’attività gastrointestinale in atleti sani e dispeptici.

In che modo una lieve disidratazione può influenzare l’equilibrio del sistema nervoso autonomo?

Come può uno specifico tipo di acqua fare la differenza nel processo di reidratazione di un soggetto dispeptico disidratato (migliorandone i disturbi che seguono l’esercizio fisico)?

Chiariamo innanzitutto di cosa parliamo quando diciamo “dispepsia”.

Si tratta di un disturbo della funzione digestiva gastrica o intestinale.

Regimi dietetici sbagliati o stili di vita inadeguati alterano il sistema nervoso autonomo provocando la dispesia.

È ormai accertato che il bilancio idrico (ovvero la quantità di acqua presente nell’organismo) influenza profondamente molti processi fisiologici e sia la disidratazione acuta sia quella cronica possono avere delle conseguenze sulla salute del corpo.

Esistono molte prove che dimostrano che uno squilibrio idrico acuto (troppa o troppo poca assunzione di acqua) è in grado di determinare un’insufficienza renale oppure una disfunzione grave, o addirittura fatale, sia del sistema nervoso centrale sia in quello cardiovascolare.

Stanno emergendo nuove evidenze a sostegno del fatto che anche una lieve disidratazione cronica è in grado di indurre uno squilibrio elettrolitico minimo, con aumento così del rischio di disturbi clinici a lungo termine, come malattie renali croniche, morbilità e mortalità cardiovascolare, disturbi neurologici, sintomi gastrointestinali, obesità e iperglicemia.

È stato ipotizzato che anche minimi cambiamenti nell’apporto di acqua possono modificare l’equilibrio ormonale e quello del sistema nervoso autonomo, le cui attività sono fondamentali nella regolazione di diversi processi fisiologici.

Lo studio in oggetto è stato condotto attraverso l’induzione di sintomi gastrointestinali in atleti non competitivi sani e in quelli dispeptici, valutando come la reidratazione con due diversi tipi di acqua è in grado di prevenire disturbi gastrointestinali e ripristinare l’equilibrio del sistema nervoso autonomo.

Per lo studio sono stati coinvolti 20 atleti non professionisti, rispettivamente 10 atleti sani e 10 soggetti dispeptici.

La disidratazione è stata ottenuta sottoponendo gli atleti a sforzo fisico camminando o facendo jogging su un tapis roulant.

Dopo l’esercizio sono stati somministrati 500 ml di acqua bicarbonato calcica Uliveto (Test A) o acqua oligominerale (Test B), mentre durante il Test 0 non è stata fornita alcuna reidratazione.

Al termine delle fasi di stress e reidratazione, a tutti i partecipanti è stato chiesto di segnalare la presenza e l’intensità dei sintomi gastrointestinali legati al sistema nervoso autonomo.

I sintomi studiati erano: eruttazione, dolore epigastrico, bruciore epigastrico, senso di ripienezza post prandiale, dolore addominale, gonfiore addominale, nausea, sazietà precoce e flatulenza.

Dallo studio è emerso che i soggetti dispeptici manifestavano un peggioramento dei sintomi globali durante il Test 0 (assenza di reidratazione) rispetto al Test A (assunzione di acqua bicarbonato calcica Uliveto) e Test B (assunzione di acqua oligominerale).

I soggetti che hanno ricevuto acqua bicarbonato calcica Uliveto (Test A) hanno mostrato, rispetto al Test 0 o il Test B, un punteggio significativamente più basso per quel che concerne i sintomi.

Lo studio ha dunque dimostrato che una lieve disidratazione in atleti dispeptici può peggiorare i sintomi gastrointestinali indotti dall’attività fisica e che un’adeguata reidratazione, specialmente con acqua bicarbonato calcica Uliveto, è in grado di migliorare i disturbi che seguono l’esercizio fisico, ripristinando in tempi più brevi lo squilibrio del sistema nervoso autonomo.

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