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Colite ulcerosa: disturbi e trattamenti

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SALUTE E BENESSERE

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale che colpisce il colon in parte o in tutto il suo decorso.

In Italia tra 150-200.000 persone soffrono di questi disturbi. Colpisce sostanzialmente allo stesso modo sia uomini che donne in un’età compresa tra i 15 e i 45 anni.

A differenza del morbo di Chron (di cui abbiamo parlato qui ) la colite ulcerosa interessa soltanto gli strati superficiali dell’apparato intestinale, senza estendersi a quelli sottostanti. Anche le manifestazioni rimangono localizzate a livello dell’intestino crasso, mentre nel morbo di Crohn possono interessare anche altri tratti del tratto digerente.

La causa di questa malattia è sconosciuta, ma è accertato il ruolo di una reazione immunitaria abnorme che causa l’infiammazione del colon. È stato riconosciuto un possibile ruolo di fattori genetici così come è nota una familiarità per queste malattie, potendo cioè verificarsi più casi nella stessa famiglia.

Quali sono i disturbi della colite ulcerosa?

I disturbi sono caratterizzati da diarrea con possibile presenza di muco e sangue nelle feci, dolori addominali e talvolta da febbre e calo del peso corporeo. I sintomi possono presentarsi cronicamente o con periodi di riacutizzazione associati a periodi di apparente benessere.

Possono essere inoltre presenti sintomi cosiddetti extra-intestinali come artriti, disturbi oculari, cutanei e patologie epatiche.

Tutto questo ha un forte impatto sulla qualità della vita dei pazienti che può condizionare socialità e impregno lavorativo.

Come si diagnostica la colite ulcerosa?

La diagnosi prevede l’utilizzo di alcuni esami di laboratorio, ematici e fecali, può essere sospettata da una ecografia delle anse intestinali, ma è confermata definitivamente dalla colonscopia con biopsie della mucosa intestinale e successiva definizione istologica.

Una TAC o una risonanza magnetica sono talvolta utili per completare l’iter diagnostico.

La calprotectina fecale rappresenta un moderno test di screening che aiuta a distinguere una malattia infiammatoria cronica intestinale da una patologia funzionale tipo intestino irritabile. Inoltre questo test è utile per seguire i pazienti con colite ulcerosa durante la terapia e per sospettare eventuali ricadute della malattia nel cosiddetto follow-up.

Quali terapie possibili?

Allo stato attuale non esiste una cura definitiva per la colite ulcerosa, la terapia ha l’obiettivo di mandare in remissione la malattia, facendo regredire i sintomi, non potendo peraltro portare ad una guarigione definitiva.

Sono a disposizione di pazienti e specialisti farmaci anti-infiammatori locali (attraverso clisteri medicati) o sistemici specifici per l’intestino, fino al cortisone e agli immunosopressori. Anche un uso motivato di specifici antibiotici risulta spesso utile.

La terapia va modulata sulla base della estensione e della severità della malattia.

Nei casi più difficili o quando un primo approccio terapeutico non ottenesse i risultati sperati, sono disponibili trattamenti speciali, attraverso l’utilizzo dei cosiddetti farmaci biologici, che possono essere decisivi nel migliorare il quadro infiammatorio.

Quando invece, in casi, per fortuna rari, tutti i tentativi farmacologici risultassero infruttuosi, si potrebbe essere costretti a ricorrere al chirurgo con la necessità di una colectomia totale nelle forme più severe.

Qual è il ruolo dell’alimentazione nella colite ulcerosa?

La dieta ha un ruolo rilevante in queste patologie. Nelle fasi di riacutizzazione della malattia la dieta deve essere elementare, con adeguato apporto di liquidi e con ridotto introito di grassi, zuccheri raffinati ed alcool. D’altra parte un adeguato apporto calorico-proteico è fondamentale per prevenire le complicanze ed evitare una malnutrizione.

Sebbene nelle fasi più acute il digiuno debba essere inizialmente previsto, è auspicabile una ripresa, la più tempestiva possibile, di una alimentazione regolare.

Nella fase di ripristino alimentare, va, come già sottolineato, garantito un apporto adeguato di liquidi ed una dieta ipercalorica, anche se inizialmente ipolipidica e con ridotto apporto di fibre, per poi arrivare gradualmente ad una dieta libera.

Uliveto, acqua della salute, grazie all’azione alcalinizzante dei bicarbonati e al suo contenuto di calcio, aiuta la digestione, favorendo il buon funzionamento del sistema gastrointestinale.