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Frattura del femore: il ruolo chiave della nutrizione nel processo di recupero

Qual è il ruolo della nutrizione nel recupero della frattura del femore?
La letteratura scientifica oggi è chiara: senza un’alimentazione adeguata prevenzione e recupero delle fratture da fragilità risultano compromessi.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi (che ricorre il 20 ottobre), medici e divulgatori puntano i riflettori sulle buone pratiche per prevenire questa malattia.
Acqua Uliveto, partner di Fondazione FIRMO, contribuisce a promuovere consapevolezza su questa malattia. In questo articolo ci proponiamo di fare luce sul ruolo chiave della nutrizione nel processo di recupero dalla frattura del femore.
Perché la frattura del femore è così diffusa tra gli anziani?
Le fratture da fragilità sono quelle che si verificano spontaneamente, senza una causa apparente. Queste fratture si verificano perché le ossa, quando sono colpite dall’osteoporosi, diventano fragili e porose.
Le zone sono più colpite da fratture da fragilità sono:
- vertebre
- collo del femore
- avambraccio/polso
- testa dell’omero
Secondo i dati epidemiologici più recenti, oltre il 75% delle fratture del femore riguarda persone con più di 75 anni. Questi eventi non sono solo dolorosi e invalidanti, ma incidono profondamente sulla qualità della vita, sull’autonomia e persino sulla mortalità.
Di fronte a un problema così diffuso e impattante, non basta affidarsi alla chirurgia e alla riabilitazione, occorre avvalersi dei benefici dati dalla prevenzione e dalla nutrizione. Purtroppo, ad oggi, la gestione nutrizionale e metabolica resta ancora largamente sottovalutata.
Il ruolo della nutrizione
L’articolo di Cianferotti e colleghi pubblicato su Nutrients (2024) mette in luce come nutrizione, vitamina D e calcio siano elementi imprescindibili nella gestione del paziente con osteoporosi e frattura del femore.
In particolare, viene introdotto il concetto di sarco-osteoporosi: una condizione in cui perdita di massa muscolare e ossea vanno di pari passo, aumentando il rischio di cadute e fratture. La malnutrizione – purtroppo frequente negli anziani – diventa quindi un fattore di rischio aggiuntivo.
Le carenze proteiche e vitaminiche, già comuni nella popolazione anziana, si aggravano ulteriormente dopo una frattura, incidendo negativamente su forza muscolare, immunocompetenza e guarigione ossea.
L’importanza della Vitamina D
La carenza di vitamina D può arrivare a colpire, in alcune popolazioni, oltre il 90% degli anziani. Questa vitamina, che il nostro corpo produce grazie all’esposizione solare, è fondamentale per l’assorbimento del calcio e per la salute del sistema muscoloscheletrico.
Livelli insufficienti di vitamina D sono associati a:
- maggior rischio di fratture,
- recupero più lento dopo un intervento,
- aumento della mortalità a breve e lungo termine.
Per questo motivo le linee guida raccomandano di mantenere valori di vitamina D pari o superiori a 30 ng/mL, spesso con l’aiuto di integratori, soprattutto nelle persone anziane che passano poco tempo all’aperto.
Il ruolo chiave delle proteine
Non meno importante è il ruolo svolto dalle proteine. Gli anziani hanno spesso una dieta povera di proteine, tuttavia è bene ricordare che queste sono essenziali per:
- mantenere la massa muscolare,
- migliorare la forza,
- favorire l’assorbimento del calcio.
L’apporto giornaliero raccomandato (tra 1,2 e 1,5 g/kg di peso corporeo) mira a preservare la massa muscolare, migliorare la forza e ottimizzare l’assorbimento intestinale del calcio. Particolarmente efficace risulta essere la distribuzione nell’arco di tutta la giornata.
Calcio, il minerale amico delle ossa
Studi recenti hanno evidenziato che l’assunzione quotidiana di calcio può ridurre significativamente il rischio di frattura del femore. In un importante studio condotto in residenze sanitarie assistite, l’aumento dell’apporto di calcio e proteine attraverso i pasti ha portato a:
- riduzione del 46% delle fratture del femore
- riduzione dell’11% delle cadute
- miglioramento dello stato di salute generale e riduzione della spesa sanitaria.
Il calcio si può integrare con l’alimentazione, assumendo: latticini a basso contenuto di grassi, verdure a foglia verde, legumi, frutta secca, semi di sesamo e di chia.
È di grande aiuto anche bere un’acqua calcica come Acqua Uliveto, il cui calcio è pari a circa 200 mg/litro. Questo significa che bevendo due litri di acqua Uliveto contribuiamo all’apporto di circa il 50% del valore nutritivo di riferimento, pari a 800 mg al giorno. Anche il Ministero della Salute, tramite il decreto n. 4311 del 15-7-2019, riconosce che «La quantità di calcio presente nell’acqua minerale Uliveto partecipa all’integrazione del fabbisogno giornaliero di calcio per la salute delle ossa».
Inoltre, il calcio presente in acqua Uliveto viene subito assorbito dall’intestino ed è quindi metabolicamente utile, con una biodisponibilità pari a quella del calcio contenuto nel latte. Particolarmente indicato quindi, per chi è intollerante al lattosio o segue un regime ipocalorico.
L’approccio multidisciplinare
La rassegna pubblicata da Cianferotti et al. su Nutrients sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare, che coinvolga attivamente: dietisti, personale infermieristico, fisioterapisti e medici a sostegno del percorso nutrizionale del paziente e della sua riabilitazione.
Questo perché la cura del paziente anziano con frattura del femore è un processo complesso e la nutrizione è una componente centrale dell’intervento clinico.
Investire su una corretta valutazione e correzione dello stato nutrizionale, accanto alla terapia farmacologica e alla riabilitazione, significa agire sulla qualità del recupero, prevenire nuove fratture e restituire dignità e benessere a una fascia di popolazione particolarmente fragile.
La prevenzione
Seppure l’osteoporosi si manifesta soprattutto dopo i 50 anni, la prevenzione deve iniziare molto prima. Ecco alcune buone abitudini utili a tutte le età:
- seguire una dieta varia e bilanciata, ricca di calcio e proteine,
- esporsi al sole in modo regolare e sicuro,
- praticare attività fisica costante, in particolare esercizi che rinforzano ossa e muscoli (leggi qui)
- mantenere un’adeguata idratazione quotidiana, scegliendo acque minerali che favoriscono la salute delle ossa.
La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi ci ricorda che la salute delle nostre ossa non dipende solo dalle cure mediche, ma anche – e soprattutto – dal nostro stile di vita e dalla nutrizione.
Fonti:
Approfondimenti:
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