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Chi davvero non spreca neanche un po’ di acqua? Gli astronauti
A bordo della ISS
Qui sulla Terra ci affanniamo moltissimo per cercare di ridurre il più possibile i consumi, riciclando i materiali e regalando loro una nuova vita, ma non sempre ce la facciamo. C’è un posto però, nello spazio, dove non si butta via niente, tanto meno l’acqua, e dove il concetto di “rifiuto” semplicemente non esiste e tutto, ma proprio tutto, viene riciclato. Questo posto è la ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, che ha ospitato a bordo molti nostri connazionali, da Luca Parmitano a Samantha Cristoforetti a Paolo Nespoli. La ISS orbita intorno alla Terra, alla velocità di 27.600 km/h, e dal novembre del 2002 è abitata da astronauti provenienti da tutto il mondo, che si alternano periodicamente e che vivono lì per molti mesi a scopo di studio. La ISS, infatti, è un vero e proprio laboratorio spaziale, il più sofisticato che si possa immaginare. Vi si sviluppano nuove tecnologie aerospaziali, si studia la microgravità e al suo interno gli astronauti conducono esperimenti di medicina, chimica, biologia, fisica e fisiologia, conducendo al tempo stesso osservazioni meteorologiche e astronomiche. Ma come vivono gli equipaggi all’interno della ISS?
Usare l’acqua nello Spazio
Di base, vivere in una stazione spaziale significa vivere in un ambiente ristrettissimo. Ci si porta dietrosolo l’essenziale e tutto ciò che sale a bordo deve occupare uno spazio minimo. Questo vale anche per gli alimenti e per tutti i beni di prima necessità: per questo motivo è essenziale riciclare. L’acqua, che è un bene primario, indispensabile alla sopravvivenza di qualunque essere vivente, anche nello Spazio, deve esserci. Portarne un litro a bordo però costa migliaia di euro. il che esclude il suo approvvigionamento dalla Terra. Come fare, quindi per averne sempre a disposizione? All’interno della ISS esistono due sistemi: il più vecchio, messo a punto dai russi, prevede di filtrare e purificare il vapore acqueo prodotto dal respiro dei componenti dell’equipaggio, il loro sudore e l’acqua che utilizzano per lavarsi. L’altro, più moderno, consiste nel riciclare la propria urina e quella degli animali presenti a bordo (generalmente, topi da laboratorio). Tutto ciò è possibile grazie a un sofisticatissimo impianto di trasformazione, l’Urine Processing Assembly, da cui proviene il 93% dell’acqua utilizzata a bordo. Ciò che più stupisce noi “terrestri” è sentire i racconti degli astronauti, quando ci assicurano che l’acqua così prodotta è purissima.
Le altre attività quotidiane
E per le altre necessità quotidiane? Beh, fare il bucato è impossibile: una volta usati, gli indumenti vengono letteralmente dati in pasto ai batteri. Per dormire si usa un sacco a pelo ancorato al muro, e molti astronauti riferiscono che il sogno più ricorrente è quello di fluttuare nel vuoto. Per lavarsi i capelli si usa un beccuccio speciale che eroga acqua e uno shampoo che non richiede risciacquo; il phon non è utilizzabile, e bisogna attendere che i capelli si asciughino da soli. Per mangiare, i cibi solidi sono serviti su un vassoio magnetico mentre quelli liquidi e le bevande vengono bevuti con la cannuccia. I rifiuti, compresi quelli organici, vengono letteralmente disintegrati!
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