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Curiosità, consigli e approfondimenti da bere tutti d’un fiato

Come si fa la diagnosi di osteoporosi?

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SALUTE E BENESSERE
L’osteoporosi viene chiamata “la malattia silenziosa” perché quando arriva non si fa notare, non provoca sintomi, pertanto la diagnosi può risultare tardiva.

In questo articolo abbiamo parlato del ruolo del calcio nella prevenzione dell’osteoporosi e di fratture da fragilità. Adesso andiamo ad approfondire quali sono i fattori di rischio e il metodo con cui viene diagnosticata l’osteoporosi.

Ma facciamo un piccolo passo indietro per rispondere ad una domanda che alcuni di voi potrebbero porsi: che cos’è l’osteoporosi?

Si tratta di una malattia dello scheletro caratterizzata dalla riduzione del contenuto minerale delle ossa (soprattutto di calcio) e dal deterioramento della microstruttura che le caratterizza. Le persone affette da osteoporosi corrono il rischio di subire fratture anche per traumi di lieve entità.

Quali sono i fattori di rischio?

È bene premettere che i fattori di rischio aumentano la possibilità che una determinata malattia insorga. Non significa, quindi, che ci si ammalerà sicuramente.

Nel caso dell’osteoporosi esistono fattori di rischio modificabili (che dipendono dalle nostre scelte e dal nostro stile di vita) e non modificabili (ad esempio che dipendono dalla genetica o da malattie concomitanti). Vediamoli.

Fattori di rischio modificabili:

  • Alcol
  • Fumo
  • Basso indice di massa corporea
  • Malnutrizione
  • Carenza di vitamina D
  • Disordini alimentari
  • Sedentarietà
  • Insufficiente assunzione alimentare di calcio

Fattori di rischio non modificabili:

  • Età
  • Sesso femminile (le donne sono più soggette ad ammalarsi di osteoporosi)
  • Storia familiare di osteoporosi
  • Precedenti fratture
  • Terapia a lungo termine con glucocorticoidi
  • Artrite reumatoide
  • Per le donne: menopausa/isterectomia
  • Per gli uomini: ipogonadismo primario o secondario

Come detto, dal momento che l’osteoporosi non dà sintomi, per diagnosticarla tempestivamente, soprattutto in presenza di fattori di rischio, è bene rivolgersi ad un medico, che effettuerà un’anamnesi per, eventualmente, prescrivere il test della densità minerale ossea (BMD).

Che cos’è il test di densità minerale ossea (BMD)?

Le tradizionali radiografie non sono in grado di misurare la reale densità dell’osso, che viene quindi valutata tramite tecniche densiometriche più specifiche, la più comune delle quali è il DXA (dual-energy X-ray absorptiometry). La tecnica DXA si basa su raggi X a bassa radiazione per stabilire quanti grammi di calcio e altri minerali sono presenti nel segmento osseo esaminato ed è capace di rilevare anche percentuali di perdita ossea piuttosto piccole.

Come funziona il test per diagnosticare l’osteoporosi?

Il test dura circa 10 minuti, non è doloroso e non richiede particolari preparazioni dietetiche o farmacologiche.

Il test valuta il tratto lombare della spina dorsale nelle donne di età inferiore ai 65 anni e del collo del femore in quelle più anziane e/o con patologie del rachide.

Per classificare i diversi gradi di osteoporosi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito precisi livelli di soglia. Il valore di riferimento (detto T-score) è la densità media ossea della popolazione di giovani adulti.

Si parla di osteoporosi quando la densità minerale ossea di una persona presenta un livello uguale o inferiore a -2,5 rispetto al valore di riferimento detto T- score.

Normalità: T-score tra 0 e -1 

Osteopenia: T-score tra -1 e -2.5 

Osteoporosi: T-score di -2.5 o inferiore 

Osteoporosi severa: T-score di -2.5 o inferiore e presenza di frattura da fragilità

Adottando uno stile di vita ed un’alimentazione appropriata e seguendo le raccomandazioni farmacologiche del proprio medico, qualora prescritte, le fratture da osteoporosi possono essere evitate.

Il Ministero della Salute ha riconosciuto che “la quantità di calcio presente nell’acqua minerale ULIVETO partecipa all’integrazione del fabbisogno giornaliero di calcio per la salute delle ossa.”

Il calcio presente in acqua Uliveto è biodisponibile, ovvero, viene subito assorbito dall’intestino e quindi metabolicamente utile, con una biodisponibilità pari a quella del calcio contenuto nel latte. Uliveto può, quindi, contribuire all’integrazione dell’apporto di questo prezioso minerale sia nelle persone sane che, soprattutto, nelle persone che ne hanno maggiormente bisogno.