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Curiosità, consigli e approfondimenti da bere tutti d’un fiato

Fermare l’osteoporosi con la prevenzione e le giuste terapie farmacologiche

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SALUTE E BENESSERE

Molte persone sono convinte che l’osteoporosi sia una condizione incurabile, eppure esistono sia piani di prevenzione, che terapie farmacologiche, in grado di prevenire le fratture da fragilità e migliorare la qualità della vita di chi è colpito da questo disturbo.

Purtroppo, proprio l’errata convinzione che non si possa fare nulla per l’osteoporosi ha creato un paradosso: le cure esistono, ma pochi le seguono.

Il fatto che lo scheletro non sia visibile rende difficile la percezione degli effetti positivi dei farmaci, ed è per questo che molte persone interrompono il trattamento troppo presto, quando invece è assodato che l’osteoporosi non può essere curata in modo discontinuo.

Cosa sono le fratture da fragilità?

La frattura da fragilità è quella che avviene spontaneamente causata dalla rottura di un osso fragile, spesso reso tale dall’osteoporosi. Può avvenire per una caduta o per il semplice sollevamento di un peso banale oppure, addirittura, a causa dello stesso carico del peso corporeo sullo scheletro.

Ad essere colpite più di frequente dalle fratture da fragilità sono: vertebre, collo del femore, avambraccio/polso, testa dell’omero e bacino.

Come si previene l’osteoporosi?

In primo luogo, è importante adottare uno stile di vita che rinforzi lo scheletro, in cui sia previsto:

  • lo svolgimento di attività fisica,
  • una corretta alimentazione,
  • l’esposizione al sole, poiché la vitamina D è un nutriente essenziale per la salute delle ossa.

Anche la scelta di un’acqua minerale con un buon livello di calcio come Acqua Uliveto può essere di grande aiuto. Infatti, il calcio presente in acqua Uliveto viene subito assorbito dall’intestino ed è quindi metabolicamente utile, con una biodisponibilità pari a quella del calcio contenuto nel latte. Uliveto può, quindi, contribuire all’integrazione dell’apporto di questo prezioso minerale sia nelle persone sane che, soprattutto, nelle persone che ne hanno maggiormente bisogno.

In questo articolo trovi maggiori informazioni su come si diagnostica l’osteoporosi 

Quali sono le terapie farmacologiche per l’osteoporosi?

Grazie alla ricerca ventennale sull’osteoporosi è possibile oggi personalizzare le terapie in base alle preferenze e alle necessità del paziente, tenendo conto del suo profilo metabolico e della possibilità che possa sviluppare effetti indesiderati. Vediamo, secondo quanto diffuso dalla Fondazione FIRMO – Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso, quali sono le terapie farmacologiche attualmente in uso.

  • Bisfosfonati

I bisfosfonati sono farmaci capaci di bloccare l’attività di riassorbimento osseo, aumentando la densità minerale ossea, riducendo così il rischio di frattura.

In generale sono controindicati in pazienti con ipocalcemia (bassi livelli di calcio nel sangue, condizione che deve essere corretta prima di iniziare la terapia), malattie gastrointestinali, insufficienza renale e in caso di gravidanza e allattamento.

  • Denosumab

Anche il Denosumab (anticorpo monoclonale) blocca il riassorbimento osseo, aumentando la densità minerale ossea e riducendo il rischio di fratture. Tale farmaco è somministrato per via sottocutanea. A differenza dei bisfosfonati, il Denosumab cessa immediatamente il suo effetto nel momento in cui viene interrotta la somministrazione, pertanto, in caso di sospensione, si deve valutare l’opportunità di avviare un trattamento alternativo. Inoltre, gli incrementi densitometrici sono superiori a quelli osservati con i più potenti bisfosfonati, soprattutto a carico delle strutture ossee corticali (la parte esterna dell’osso).

Il Denosumab, oltre ad aver mostrato la sua efficacia in caso di osteoporosi post-menopausale, ha rivelato di essere efficace nel trattamento dell’osteoporosi maschile con elevato rischio di frattura, di donne con cancro della mammella in terapia con inibitori dell’aromatasi ed in uomini in blocco androgenico per carcinoma della prostata.

  • Teriparatide

Il teriparatide (ormone paratiroideo 1-34) è un farmaco che stimola la formazione ossea, aumenta la densità minerale ossea e riduce il rischio di fratture.

Il trattamento con teriparatide determina anche un miglioramento di alcune caratteristiche geometriche dell’osso corticale, aumentando la sua resistenza alle fratture.

Viene somministrato per via sottocutanea una volta al giorno per massimo 24 mesi, ed è approvato per l’osteoporosi post-menopausale, osteoporosi da glucocorticoidi e osteoporosi maschile.

  • Ranelato di stronzio

Il ranelato di stronzio è un farmaco che da una parte promuove la formazione ossea e dall’altra riduce il riassorbimento osseo, aumenta la densità minerale ossea riducendo il rischio di frattura.

Attualmente tale trattamento è ristretto all’osteoporosi severa nelle donne in post-menopausa e agli uomini con un elevato rischio fratturativo, per i quali il trattamento con gli altri farmaci antifratturativi non è possibile.

  • Modulatori Selettivi del Recettore Estrogenico

I Modulatori Selettivi del Recettore Estrogenico (SERM) sono farmaci in grado produrre a livello osseo ed epatico effetti simili a quelli degli estrogeni, ed effetti contrari a livello di mammella ed apparato genito-urinario.

  • Raloxifene

Il raloxifene previene la perdita ossea dei primi anni dopo la menopausa e determina un incremento della densità ossea in donne con osteoporosi.

Tale farmaco non migliora i fenomeni vasomotori postmenopausali (come le vampate di calore, la sudorazione, le crisi di tachicardia, le variazioni di pressione e così via) e, al contrario, può addirittura accentuarli.

  • Bazedoxifene

Il bazedoxifene si è dimostrato in grado di prevenire la perdita di massa ossea in donne normali o osteopeniche e, in donne con osteoporosi, il rischio di fratture vertebrali è risultato ridotto in maniera statisticamente significativa.

Per conoscere gli effetti collaterali di questi farmaci visita la pagina del sito FIRMO e non dimenticate di confrontarvi con il medico specialista per valutare il piano terapeutico più adatto.